lunedì 22 febbraio 2010

E-KIDNA - OLTRE OGNI LIMITE parte 2

Martedì mattina. La sveglia mi urlò nelle orecchie e mi obbligò a svegliarmi.
Alle sette, sarei dovuto andare al lavoro. Io e degli amici, avevamo messo in piedi una piccola società, un paio d’anni fa. Trasporto di pacchi superveloci, in giro per la città. Adventure Pro, così ci siamo chiamati. Garantiamo la consegna in giornata. Tutto il giorno, sulla bici, per le vie di Milano a distribuire pacchi. Un lavoro facilitato, visto che possiamo tagliare il traffico a qualsiasi orario. Strada, metropolitana. Metropolitana, strada.

Non riuscivo a non pensare a quello che era successo quell week-end.
Soprattutto la voce della ragazza. Il tono che ha usato.

Colazione veloce e via, fuori di casa.
Raggiunsi l’ufficio, un vecchio magazzino. Che è la nostra sede.
Non appena varcata la soglia, c'erano già dei problemi. Fermi li, che mi aspettavano.
Martina, una delle ragazze più belle che abbia mai visto, era seduta alla mia scrivania.
Mi accomodai dalla parte opposta, la cosa mi faceva sentire a disagio.
Iniziò a parlare. La seguii per un po’, poi risentii nella testa quella musica e le parole della ragazza.

-Ma mi stai ascoltando!- se n’era accorta. S’era incazzata.

Da dietro la scrivania, tirò fuori una valigetta in metallo.
La lasciò cadere e dopo il botto, che fece girare tutti, come ciliegina sulla torta, ci schiaffò sopra la bolla d’accompagnamento.
Avevano sbagliato a compilarla. Non avevano fatto compilare, la parte inerente al mittente.
Un erore da nulla, per noi mortali. Ma per lei, che seguiva anche la contabilità…
La congedai, rassicurandola che ci avrei pensato io.
Chi l’ha fatta compilare, non ha firmato la commessa.

Mi misi ad osservare la valigetta. C’era una strana incisione su un lato.
Un’aquila, o qualunque pennuto fosse, teneva tra le zampe dei chiodi.

"Strano" pensai.

Il cliente aveva pagato in anticipo, anzi, ci aveva pagato il doppio: 800 euro.
Per portarla alla stazione del carico merci. Nella zona commerciale.
Stazione per lo scarico merci, non era un bel posto.
Mi mise i brividi, ma dovevo farlo.

La stazione, non era vicino al magazzino e ci volle un po’ di tempo.
Lasciai la bicicletta ben legata ad un palo, all’entrata.
Raggiunsi la banchina 21. Come da istruzioni.
In giro non c'era nessuno. Le uniche cose che si muovevano, erano i treni sulle rotaie.
Mi appoggiai su un muretto e nello stesso istante, uno dei treni fece sentire la sua voce.
Mi prese un colpo. La valigetta di metallo sbatté contro il muretto e si aprì, rovesciando il contenuto a terra.
Foto, carte e dati. Tutto su una ragazza: capelli rossi e occhi azzurri. Mi fece paura.
Il rombo di un motore in lontananza attirò la mia attenzione. Il cliente stava arrivando.
Rimisi tutto dentro la valigetta e la mia fantasia iniziò a galoppare:
c'era un nesso tra la telefonata e questa ragazza? Fantasie?
La voce della telefonata, era di una ragazza, in fondo.
La limousine frenò a circa cinque metri da me. Non scese nessuno. Così mi avvicinai io.



Un finestrino si abbassò, gli consegnai la valigetta e la limo ripartì subito.
Nessuna parola, neanche un grazie. Era davvero strano.
Mi girai per cercare quel muretto. Dovevo fermarmi un attimo per riflettere.
Mentre mi avvicinavo al muretto, notai degli oggetti a terra. Dovevano essere caduti dalla valigetta.
Una spilla che riproduceva il logo dell'aquila con i chiodi, una piccola chiave e una tessera magnetica di colore blu scuro.

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